La mia laica preghiera per Bernadette (di Claudia Brigida Speggiorin)



La mia laica preghiera per Bernadette.

E' il 1940. La Francia è crollata e Franz Werfel, per sfuggire al nazismo, è costretto a scappare con la moglie. Non riescono ad ottenere i visti per varcare il confine spagnolo e vagano alla disperata fino alle porte di Lourdes, dove trovano asilo. Rimangono nascosti nella cittadina dei Pirenei per diverse settimane e Werfel ha la possibilità di conoscere la prodigiosa storia di Bernadette.

"Un giorno, tribolato com'ero, feci un voto. Se fossi uscito da quella situazione disperata e avessi raggiunto la costa americana- questo fu il voto che feci- avrei prima di ogni altro lavoro cantato la canzone di Bernadette come meglio avessi potuto. Questo libro è l'adempimento di un voto."

Già dalla prefazione s'intuisce la bellezza di un capolavoro che ha poi pubblicato a Los Angeles l' anno successivo; lui, scrittore ebreo.

Il canto di Bernadette.

L' amore non giunge mai con un sussurro. Bernadette lo sente arrivare nel furioso scrosciare del Gave, ai piedi di Massabielle, il luogo più malfamato del borgo tenebra in cui abita: Lourdes. L' amore non è per tutti; ci vogliono occhi semplici e bambini, colorati di visioni per vederlo. L' amore è una gioia che condanna al dolore, soprattutto se sei povera e non lo sai, soprattutto se sei la figlia malata e un po' corta di mente di un mugnaio caduto in disgrazia nelle secche di un fiume, soprattutto se abiti in una guardina e la chiami casa, soprattutto se quell' amore è invisibile a chi crede di comprendere più di te. Bernadette, infatti, non si domanda chi sia la Signora, né ha bisogno di convincere alcuno di quella visione. Bernadette ama ed è amata, questo le importa, inginocchiata davanti alla più lurida e oscura delle grotte grondante fulgida meraviglia. Un amore così intimo ha sempre un prezzo da pagare se non lo rinneghi, perché chi ama fa paura, soprattutto se nulla ha da chiedere e, mentre Bernadette contempla quel pieno di grazia, il resto del mondo erudito lo contrasta nell'orrore del proprio vuoto.



Questo libro è un' offerta votiva; che si sia credenti oppure no, la lettura invita in luogo sacro e ognuno ha il proprio. Il mio è un bosco selvaggio, abitato da numi arcaici che si confondono con gli elementi, strati di natura sovrapposti dalle origini all'oggi, governati dallo spirito che presiede alla vita dell' uomo ed è qui che Bernadette ha dimorato, fanciulla scalza, in relazione con la bella Signora che dell' anima ha l'eleganza. Fanciulla libera di vedere il mistero dentro sé e di proiettarlo sullo scenario più miserabile in cui l' uomo è attore. Massabielle è l' intelletto, quando dissacra il sentimento. Massabielle sono i giochi politici, pronti a speculare sulla fonte della bellezza sgorgata nell' umiltà, Massabielle sono gli "uomini in sottana" della Chiesa, quando marchiano di eretica follia l' innocenza di una relazione che non chiede altro se non l'appartenersi, Massabielle sono gli araldi della scienza, quando indagano l' incommensurabile, Massabielle siamo tutti noi, quando brancoliamo ciechi all' ombra dell'amore. Ma lì, la fanciulla scalza, nel mio luogo sacro, contempla il mistero di un' immacolata concezione per rimettersi al mondo portandosi dentro la sua bella Signora. Lì, la fanciulla scalza, sa che non è un abbandono quel non più apparire fuori, ma indelebile manifestazione in sé.

L' amore è una condanna alla gioia, quando chiede di mettersi al servizio del proprio vero: una nostalgia che c' impiega una vita a riportarci a casa, all' origine di una fonte che guarisce l'altrui dolore, rinnovando la perpetua mancanza di quel vuoto pieno d'amore. E, infatti, non era per lei l' acqua dei miracoli; Bernadette è morta nel dolore, nascondendo sotto le monacali vesti il morso del suo tumore. Non era per lei la guarigione, a lei rimaneva il prodigio dell' apparizione.

Che sia stata fatta santa, per me non è altro che un gioco politico. Nel mio bosco selvaggio Bernadette sopravvive come l' inviolabile Sacra ed è per la donna che fu, questa mia laica preghiera.

Werfel, ebreo perseguitato, impegnando la propria scrittura ai piedi di una delle più atroci Massabielle del mondo, in una Lourdes ormai chiara di fama, ha concepito quel piccolo e grandioso miracolo che è proprio dell' uomo, poiché è l'atto creativo la nostra salvezza.

Il canto di Bernadette è la fonte che si dà senza posa, è il canto dell'anima che sgorga ai piedi della miseria, voce dei semplici che si fa impegno.


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