Recensione a "Gli Ultimi Giorni" di Andrew Masterson - Ferdinando Salamino

Allora, diciamo che sei il Messia. Diciamo che segui il programma alla lettera: predichi, moltiplichi, dispensi resurrezioni.
Diciamo che poi finisci sulla croce e tanti saluti.
Anzi no.
Perché sei il Messia, e il programma prevede di risorgere in tre... due... uno...

Rieccoti. Sei ancora il Messia, ma il programma è concluso.
La barca va avanti senza di te, la Parola si sparge a macchia d'olio mentre tu, risorto e disoccupato, in sostanza non sai che cazzo fare.

Ecco, ve lo siete mai chiesti, voi, cosa può accadere al Redentore, una volta giunto a conclusione del contratto?
Andrew Masterson lo ha fatto e il risultato, urticante, blasfemo, abrasivo, è "Gli ultimi giorni: il vangelo apocrifo di Joe Panther".
Perché la resurrezione è come un diamante, è per sempre.
E allora cosa fai, nel tuo immortale anonimato?
Il paradosso di Masterson è che Gesù, o Joe per gli amici, proprio al culmine della rivelazione della propria natura divina si scopre più umano che mai.
Privo di uno scopo e con la cappa dell'irrilevanza che grava su di lui come un presagio di tempesta, Joe fa quello che fanno gli uomini, quando non hanno niente a cui aspirare: si butta via.
Vive di espedienti, piccolo spaccio, piccoli favori e ogni tanto, perché in fondo quelle stimmate non sono scomparse, prova compassione e quell'intenso prurito di salvezza con cui il paparino lo ha maledetto.
Prova a fare del bene, ma lo fa come lo farebbe il Walter White di Breaking Bad, oppure il Marty Byrde di Ozark. E' un bene sporco, spogliato della luce profetica, un bene terribilmente umano.
Masterson ci consegna un Cristo lacerato tra la grandezza che cerca di ricordare e la dissoluzione dei senza meta, ci rivela cosa succede dietro le quinte del più famoso dei lietofine.

Ci interroga sulla natura del Bene, su cosa possa definirsi puro.
Ma ci lascia anche una via d'uscita, perché in fondo Joe ne sa un sacco, potrebbe davvero essere Lui. Eppure, chi può escludere che sia un mitomane col cervello annegato nelle droghe, capace di inventare un'allucinazione talmente solida da sconfinare nel reale?
Joe è il Messia oppure uno dei tanti pazzi bruciati da un'esistenza troppo pesante, troppo gravitazionale per lui?

E, in fondo, esiste davvero una differenza?
Esistono Salvatori in grado di sopravvivere alla propria missione?
La Storia sembra rispondere di no, Andrew Masterson preferisce lasciarci nel dubbio.

Joe Panther è un Messia riluttante e sconfitto, con scintille di grandezza che esplodono su un suolo allagato pronte a deflagrare di conseguenze.
Incarna il dubbio che attanaglia tutti noi, quando ci domandiamo se siamo destinati davvero a qualcosa, o siamo un biglietto della metropolitana già timbrato, dimenticato in qualche tasca dei jeans prima della centrifuga della lavatrice.

"Gli Ultimi Giorni" è un thriller allucinato, distorto, prosciugato di buoni sentimenti, ma è anche una cruda riflessione sul bisogno, del tutto umano e per osmosi divino, di dare senso alla propria esistenza.

Un altro libro da non leggere assolutamente.
Un romanzo Cainita e feroce, solo per chi ha voglia di farsi male.

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