...commenti poetici dal gruppo
1 febbraio 2019
Accadde oggi sul gruppo
...A impoetici versi pubblicati sul gruppo ( di Claudia Speggiorin)
"Avevamo guardato i cirri all'imbrunire, stesi sul prato, a gambe intrecciate.
Un popolo di storie sfilacciate dal vento,
sussurri di cielo macchiati di tramonto.
Non ancora parola.
Non ancora colore.
Eravamo ora di solitudine corrisposta, silenzio e trifonie di cicale.
Eravamo noi nella ricerca di noi.
Poi il tempo aveva portato la sera, con due calici per il vino e una fetta d'amore da spezzare per cena.
C'era una tempesta di stelle quella notte e il lago fumava sottile in un velo di vapore. C'erano scintille di lucciole tra fioriture lunari e un vagabondo gracidare con cui dialogavo, unicamente per baciarti il sorriso.
Occhi zingari rapinavano la mia tenerezza. Occhi neri e nebulosi, fondi, riottosi.
Avevi acceso il cerchio delle tue candele per disegnarmi. Sanguinella tra le Belle di notte, col mio foglio in mano e la penna in bocca a mordere parole da scriverti.
Saliva e inchiostro per nominare i tuoi baci.
Avevi dato una forma di luce al mio viso, con i gesti oscuri e tormentati delle tue mani. Ero lume tra tenebre spolverate di carboncino. Ero sensualità composta e pensosa, a volto inclinato, grazia paziente e desiderante, pregna d'amore.
Ero nei tuoi brucianti occhi che vedevano la mia straniera sopita nel ventre. Ero nella tua prospettiva che m'indagava di sentimento. Ero nuda seppur raccolta nella mia stola di lino, ero bozzolo e tu mi dipingevi già farfalla.
Avevo stracciato il mio foglio, turbata e rabbiosa; avevo seppellito le mie parole per rinnegarne il volto.
Cadde lo spolvero dalle tue mani, lasciandole nere come la notte, cadde il sorriso che avevo baciato, cadde la stola, caddero lunghissimi i miei neri capelli non ancora tagliati, cadde uno sciame di stelle imprevisto.
Avevi raccolto i brandelli del mio canto per assemblarli a casaccio, avevi dato un senso altro al mio poetare incerto, avevi dato al mio scrivere la possibilità di narrarsi.
Si consumarono improvvise le tue giovani candele quella notte, si spensero di colpo, senza preavviso, crudeli e inflessibili come solo Atropo sa essere.
Mi sono fatta prosa nel tuo paese perduto, mio zingaro, in questa patria divenuta memoria."
...Risponde una poesia tra i commenti... ( Di Loris Fabrizi)
Vieni da me fanciulla, rischiara
il tuo vortice d'estasi ai riflessi rubati
da un fuoco da campo, rara
bellezza dai polsi inanellati
con pelle di bronzo, lasciva e calda,
con i lunghi capelli neri.
Riempi, mia nuova Esmeralda,
della tua ombra ignara il vuoto ieri
di questo spirito deforme
che non reca nome alla tua bocca
ne sguardo alle tue forme
col timore di chi osa e non tocca,
passa le nebbie del tempo, gitana
e danza, dimentica del passato,
poiché spira e s'allontana
la vita che t'ha sempre corteggiato.