Recensione: "Matteo" di Niana Vinci

Il primo incredibile capitolo della serie The Holy Quaternary series

Siamo noi i più acerrimi nemici di noi stessi.

Spesso ci trinceriamo dietro a un alterato e fraudolento istinto di conservazione che altro non fa che farci soffrire nel tentativo di evitarci altre afflizioni. Lo sanno bene Celeste e Matteo, entrambi troppo impegnati a respingersi opponendosi con le unghie e con i denti all'inevitabile destino, tanto da confondere l'odio con ben altri sentimenti.

Matteo grosso, fiero, dispotico, prepotente, enorme nel corpo e nell'anima, con un'energia vitale trascinante e irrefrenabile che ha il suo perché. Celeste piccolo scricciolo con l'animo di una tigre dai denti a sciabola, con un talento naturale per domare grosse belve feroci. Due personaggi ai quali non si può restare indifferenti e che non si può non amare fin dalle prime pagine, e una storia di amicizia che attraversa il tempo e che è tanto forte da non soccombere alle insidie della lontananza.

Con un linguaggio schietto, ironico e sarcastico, Niana Vinci ci fa conoscere Matteo, Celeste, il fratello Tommaso, i loro numerosi e fraterni amici, e le vicende che li legano indissolubilmente come fili di carbonio, nonostante tutto e nonostante tutti.

In fondo è questo il senso che trasmette Matteo, la positiva certezza che quando i legami, i sentimenti e le amicizie sono sincere e profonde, non importa quanto tempo si resta lontani o quali sgambetti possa fare il destino. Ci sarà sempre una seconda possibilità per ricominciare e per rimettere insieme i cocci.

Basta solo volerlo.


TRAMA

Sono passati sette anni da quando nostra madre è stata uccisa da un'automobilista ubriaco. Non vedo mio fratello da allora. Va bene così. Riesco persino a essergli grata di avermi tolto di torno Matteo. È il suo migliore amico, e stargli accanto mi ha sempre fatto l'effetto di una solenne sbronza. Avete presente? Quando non riesci a pensare e tutto quello che fai serve a renderti ridicola. Non avrei mai creduto di trovarmi a dividere casa con entrambi, ma sapevo di non avere scampo.

Non saprei in che altro modo descrivere Celeste se non dicendo che è una bella bambolina senza cervello. Non voglio fare lo stronzo. È che semplicemente non ho pazienza. Basta la sua sola presenza a innervosirmi. Ma so che Tommi ha un piano, e a quanto pare io ne faccio parte.


Sarah S.

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