Bukowski aveva ragione
Non ce la fanno, i belli.
Lo diceva Bukowski, ma non è stato l'unico.
Tenessee Williams, nel suo "La Gatta sul tetto che scotta", sosteneva la stessa cosa:
"Oh, you weak, beautiful people who give up with such grace."
Come rinunciano alla svelta, i belli, e con quanta grazia!
Pensate alla struggente eleganza con cui Leonardo Di Caprio abbandona la presa sulla zattera improvvisata, lasciandosi annegare in modo così poetico, alla fine di Titanic.
I belli si arrendono, muoiono, lasciano il campo, quasi dovessero chiedere scusa al mondo dei brutti che li osserva, digrignando i denti resi aguzzi dall'invidia.
I belli devono morire per difendersi, per proteggersi dall'odio che li incenerirebbe, se osassero tentare di sopravvivere.
Non c'è posto per la bellezza, in un mondo fatto di stivali neri e marce forzate, su questa terra del colore della polvere da sparo, irrigata da fiumi vermigli.
Non c'è posto per la bellezza, sotto questo cielo radioattivo che vomita pioggia contaminata.
Non ce la fanno, i belli.
Per fortuna, non è un mio problema.
Buonanotte, Stirpe.
Caino