Chiedete a Schwartzy
Che Arnold Scwartzenegger sia meno scemo di quanto sembri, a giudicare da quella faccia mono-espressione, è fatto assodato.
E' uno che ha saputo preservarsi, vendersi senza svendersi, rilanciarsi.
Che però sarebbe stato proprio lui a spiegare tutto, quello no, quello non era prevedibile.
E' il 1990 e Arnold è impegnato in uno dei suoi consueti ruoli muscolari e cazzutissimi, in quello che, vi piaccia o meno, resta un cult intramontabile: Atto di Forza.
Il fatto che esista un remake con Colin Farrell al posto di mascellone nostro è uno dei motivi per cui la vostra razza dovrebbe estinguersi seduta stante, ma sorvoliamo.
Allora, Atto di Forza è la storia di un muratore che scopre di essere un (muscolare e cazzutissimo) agente segreto, impigliato in un complotto interplanetario. Da lì in avanti, tutti cercano di farlo fuori o di farselo, in ordine sparso.
Il punto è che a un certo punto arriva un tizio e cerca di convincerlo che ehi, lui è davvero un muratore e non esiste nessun complotto.
E' qui che Schwartzy vi spiega il mondo intero.
Vi spiega perché esistono gli antivaccinisti, i terrapiattisti, gli sciechimicari, quelli che sulla Luna non ci siamo mai stati e compagnia blaterante.
Perché nessuno vuol essere il muratore.
Vorreste tutti essere superspie (muscolari e cazzutissime) e il fatto che il mondo si ostini a non riconoscervi in tutto il vostro fulgore vi fa incazzare a bestia.
"Che cosa è più incredibile?" domanda il tizio a Schwartzy "che tu sia uno sfigato qualsiasi con un delirio di grandezza, o che esista un complotto interplanetario e che solo tu te ne sia accorto?"
Indovinate un po', l'istante dopo al tizio saltano le cervella.
Perché volete essere grandi, perché detestate non essere nessuno.
Perché è molto meglio fantasticare di complotti interplanetari che rassegnarsi alla inconfutabile verità che di voi, in fondo, all'Universo non importa una ceppa.
Buonanotte, Stirpe.
Caino