O, almeno, così si racconta

31.01.2019

Non è che facciate sempre schifo, voialtri.

Ci sono alcuni, tra voi, che quando non sono occupati a fare ciò che fanno gli umani, tipo ammalarsi e morire, sono capaci di cose immense.

Prendete Einstein, per esempio, uno che in teoria sarebbe stato uno scienziato, ma trovava il tempo di regalarci arguzie degne di Bukowski in una giornata di grazia.

Come quella volta che la starlette che sedeva di fronte a lui gli propose "facciamo un bambino, lei e io. Pensi dove arriverebbe con la mia bellezza e la sua intelligenza."

Albert non si scompose, ponderò l'offerta e rispose "sì, ma immagini che tragedia, se avvenisse il contrario."

O, almeno, così si racconta.

Einstein è anche autore di una frase che gira parecchio dalle vostre parti, di questi tempi:


«Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido.» 

L'ha detta sul serio. O, almeno, così si racconta.

Se la esaminate con attenzione, questa frase è la vita. E' amore per se stessi, rispetto per l'altro, sensibilità, concretezza.

Significa che, a prescindere dalle vostre abilità, ambizioni, inclinazioni, meritate di vivere.

Avete diritto a un posto nel mondo e quel posto, non dubitate, vale quello di chiunque altro.

Significa che il contadino chino sulla sua terra, il chirurgo chiuso in sala operatoria e lo scrittore perso nel suo mondo di parole condividono lo stesso cielo, la stessa aria.

Vuol dire che non siete inferiori a nessuno. Che potete camminare sempre a testa alta.

Questa frase è il segreto di una felicità impermeabile e indistruttibile.


Peccato che l'abbiate capita tutta al contrario.


Vi siete convinti che sia diritto di qualunque pesce di arrampicarsi sugli alberi.

Siete grassi e volete fare i fotomodelli.

Detestate leggere, ma pretendete di laurearvi.

Sapete a malapena parlare, ma esigete che vi si chiami scrittori.

Siete pesci ostinati, aggrappati con le vostre pinne al ramo più basso, e credete sia vostro diritto ascendere fino in cima.

Altrimenti, cominciate a odiare l'albero. 

Lo insultate, sputate sulla corteccia tutto il vostro odio, sbraitate parole di indignazione.

L'albero è ingiusto, insensibile.

E' troppo alto, troppo ruvido, oppure troppo liscio.

Come osa. non permettervi di arrampicarvi?

Per vostra fortuna, l'albero non può sentirvi, o forse non gli importa, altrimenti sarebbero guai seri.

O, almeno, così si racconta.


Buonanotte, stirpe.


                                                                                                                        Caino




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