Tre su quattro

29.01.2019

Eravamo in quattro.

Due di noi erano ladri e bugiardi, il terzo un assassino.

Il quarto si chiamava Abele ed era mio fratello.

La storia la conoscete, dai, non fatemi diventare come uno di quei vecchi dalla memoria avvizzita.

Il fatto è che Darwin non ha scoperto nulla. 

Siamo stati noi, la mia famiglia e io, a insegnarvi come stanno le cose, a inculcarvi la cazzo di selezione naturale.

Perché il mondo è come la casa dove sono cresciuto: tre peccatori e un morto.

Se siete ancora qui, significa che non siete belle persone.

Nessuno di voi. 

Certo, magari fate le maratone Telethon e adottate i panda a distanza.

Vi battete per la sorte delle balene, per il cibo senza glutine, per i protocolli di Kioto.

La plastica.

La gender equality.

Vi scegliete una causa qualsiasi e fate scintillare il distintivo sotto il sole, complimentandovi tra voi coi pollici alzati e i cuori e le faccine sorridenti.

Poi, quando nessuno guarda, i mostri strisciano fuori.

Pensateci, scavate a fondo nei ricordi.

Almeno una volta, avete tradito.

Almeno una volta, avete rubato.

Avete mentito.

Avete aperto cassetti che non avevate il permesso di aprire, letto messaggi che non erano per voi.

Avete sorriso a qualcuno, per poi pugnalarlo con parole affilate, scambiando sguardi complici con altri come voi.

Avete giudicato senza conoscere e vi siete vantati allo specchio, per l'adamantina purezza della vostra morale.

Come lo so?

Perché siete qui. Se foste chi dite di essere, la terra sarebbe irrigata dal vostro sangue, come accadde a mio fratello.

Non offendetevi, non prendetevela.

Si tratta di una mera questione matematica.

Tre su quattro, ricordate?

Siete sporchi, oppure siete il quarto, quello che manca.

Che senso ha condannarvi a vicenda, quando in fondo siete fratelli?

Marchiati da quel gene di meschinità che vi tiene in vita, lo stesso che vi permette di arrivare a domani, quando magari vi verrà il capriccio di fare qualcosa di bello e indimenticabile.

Siete come me.

Per questo mi piacete così tanto.

Buonanotte, Stirpe.


                                                                                                                                         Caino


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